Il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi (1813-2013) è, e deve essere, solo l ’ occasione offerta per riscoprire una figura che può continuare a dire qualcosa oggi non solo ai musicisti, ma a tutti gli uomini del XXI secolo.
Di qui l ’ idea di raccontarne la vita in prima persona, alternando momenti in cui gli autori parafrasano fatti e parole, sostituendosi a lui, ad altri in cui riportano fedelmente i suoi testi, facendolo realmente parlare.
Ne è uscito l ’ incontro con una personalità di una levatura che non può lasciare indifferenti e che colpisce non solo per il consistente spessore artistico del musicista, ma soprattutto per la statura morale e intellettuale dell ’ uomo.
dalla prefazione di Marco Buticchi:
…Raccontare la vita di un pilastro della Patria e genio della musica è già una scelta coraggiosa. Farlo addirittura in prima persona, interpretando stati d ’ animo e sensazioni di Giuseppe Verdi, diventa una sorta di azzardo nel quale gli autori si calano con deliberata volontà.
E il gioco, ancora una volta, funziona!
Quando vi troverete immersi nelle arie d ’opera o calati nelle insurrezioni che hanno reso libera l ’ Italia, allora non avrete più la lucidità per pensare al “gioco” degli autori: sarete talmente compenetrati in una pagina della nostra Storia da voler vedere come va a finire anche se, in linea di massima, lo sapete già. Vi interesserà, però, saperlo dalla bocca di un giovane smilzo che, partito da Roncole, ha raggiunto le vette più alte dell ’Universo, dopo aver patito dolori capaci di asciugare il cuore.
Sono convinto che, nel leggere l ’ ultima parola, andrete a cercare una nuova pagina e, non trovandola, ve ne rammaricherete.
A quel punto, come mi è capitato, vi sentirete più ricchi e più italiani e poserete il libro canticchiando l ’aria degli ebrei del Nabucco, prigionieri a Babilonia…
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